TG Veneto News
1a Edizione del 04.09.2024
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UN “CONCLAVE” PER L’AUTONOMIA, ZAIA VUOLE INCONTRARE I VESCOVI Si prospetta un faccia a faccia Zaia-Vescovi sull’Autonomia. Dopo i botta e riposta a distanza il presidente della Conferenza episcopale italiana il cardinale Matteo Maria Zuppi sarà a Mestre giovedì cinque settembre per il Festival della politica. Il governatore pronto a sfoderare il suo team esperti per spiegare l’Autonomia a chi -dice il governatore - “evidentemente non ha letto bene le carte”.
GLI AGRITURISMO FANNO IL PIENO Il gran caldo dei mesi di luglio e agosto ha incentivato l’affluenza negli agriturismi bellunesi che hanno raggiunto, secondo quanto riferito da Confagricoltura Veneto, un ottimo bilancio estivo. Ad essere apprezzato il mix perfetto fra natura e i prodotti a KM 0.
TRE INDAGATI DOPO L’INCIDENTE, ALICE TONIOLLI E’ STATA DIMESSA E' stata dimessa dall'ospedale Ca' Foncello di Treviso ed è stata trasferita in una struttura per la terapia riabilitativa Alice Toniolli, la giovane ciclista trentina rimasta gravemente ferita durante una gara il 14 agosto scorso a Vittorio Veneto (Treviso). Lo riferisce oggi la tribuna di Treviso, in base al bollettino medico che riferisce di "condizioni buone". Il 24 agosto scorso la diciannovenne si era risvegliata dal come farmacologico cui era stata sottoposta dopo il ricovero. La Procura della repubblica di Treviso ha intanto iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto tre persone, cioè i vertici dell'organizzazione della manifestazione sportiva e della direzione della gara nella quale si è verificato l'incidente. Si tratta di Giacomo Salvador, presidente dell'associazione Cicloturistica Vittorio Veneto, Giulio De Nardi e Daniele Borsoi, direttore e vicedirettore della corsa. La magistratura trevigiana aveva aperto un fascicolo ipotizzando l'accusa di lesioni colpose gravissime.
LA PARTITA A SCACCHI PROVA LE NUOVE MOSSE La Partita a Scacchi punta a fare centro. Il bersaglio si avvicina. Venerdì sera il debutto, con il primo dei quattro spettacoli. Pochissimi i biglietti ancora disponibili solo per le repliche di domenica. Le prove si susseguono secondo anche per gli arcieri, che hanno ripreso in mano le loro armi storiche.
LA STRAGE SENZA FINE IN MOTO Ancora una volta i mezzi a due ruote protagonisti di gravissimi incidenti stradali. nella notte ad Affi è morto un trentenne uscito di strada autonomamente mentre era in sella alla sua Yamaha, ieri sera un motociclista in Via San Giacomo è stato portato in ospedale in codice rosso dopo uno scontro con un'auto. Sedici i decessi sulle due ruote quest'anno fino ad oggi, cinque in meno del 2023, ma la riflessione si pone, ancora una volta.
SUPER GRANDINE DI UN ANNO FA, RIVIERA DEL BRENTA DIMENTICATA Dolo e la riviera del Brenta attendono ancora i fondi per ripartire. . Dolo e la riviera del Brenta non dimenticano, e aspettano. Era il 19 luglio di un anno fa quando in 15 minuti, un bombardamento di chicchi di grandine devastò abitazioni, aziende, attività agricole e automobili. Nei giorni successivi al disastro la conta dei danni, il lavoro per ripartire, le lacrime miste al sudore di chi nella disperazione provava comunque a rialzare la testa. Un anno dopo però tanto è fermo. I soldi, promessi, non sono ancora arrivati. E la gente, per quanto provi a rialzarsi, spesso resta in ginocchio.
STRAGE DEL BUS, L'IPOTESI DEGLI PNEUMATICI TROPPO GRANDI Pneumatici troppo grandi per quel bus tanto da causare la rottura dello sterzo. È la nuova ipotesi che spunta a quasi un anno dalla strage del cavalcavia dello scorso tre ottobre. Lo riporta “Il Corriere del Veneto” specificando che per quel modello di autobus ZF, il colosso tedesco che produce il sistema sterzante, aveva indicato una ruota modello 275: sul bus della morte il numero riportato è 305. Con queste misure impossibile fissare i bulloni fino in fondo: i perni erano diventati troppo corti. E forse proprio questo ha provocato l'indebolimento e la conseguente rottura dello sterzo che ha reso ingovernabile il mezzo per l’autista trevigiano Alberto Rizzotto che non è riuscito il frenare e viaggiando a tre chilometri all’ora è andando in contro alla morte: ha sbattuto per 27 volte contro il guardrail, poi ha trovato il varco di sicurezza, ed è precipito da dieci metri di altezza. Con lui hanno perso la vita 21 passeggeri, 14 feriti. Da capire perché le indicazioni della scheda tecnica siano state violate. Uno dei motivi potrebbe essere la volontà di stabilizzare un mezzo pesante, di nuova generazione, elettrico, con le batterie montate sul tetto. Solo un’ipotesi al momento che dovrà essere vagliata dal team di esperti messo in campo dalla Procura. I docenti dell’Università di Padova, che non escludono nemmeno un difetto di produzione dello sterzo: in caso la responsabilità potrebbe ricadere proprio sulla società madre. Il super perito del ministero Placido Migliorino che punta il dito sul guardrail poco resistente, troppo basso, e su quel buco di due metri del varco di servizio. In questo caso nei guai potrebbero finire i dirigenti del Comune. Escluso che Rizzotto stesse usando il cellulare alla guida, abbandonata anche la pista del malore. Intanto a quasi un anno di distanza ancora nessuna verità per le 22 vittime e le loro famiglie. Per alcune di loro sono arrivati i risarcimenti: alcune centinaia di migliaia di euro sborsati dalla compagnia assicurativa de “La Linea”, la società del bus. La stessa che ha chiesto a Cà Farsetti di farsi carico delle somme. Autobus o guardrail: si aspetta l’esito delle indagini.
PRECIPITATA DALLA FINESTRA, NON C'ERA UNA TERZA PERSONA È ancora giallo sul grave ferimento di una 36enne precipitata da una finestra al secondo piano di una abitazione di Via Villaraspa Bassano. La donna si trova ancora ricoverata nel reparto di rianimazione con numerose fratture agli arti inferiori, al bacino e al volto. Nelle scorse ore e stata risvegliata dal coma farmacologico che le era stato indotto e nei prossimi giorni potrà dunque rispondere alle domande dei carabinieri che stanno indagando su quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì. La trentaseienne infatti è precipitata da un’altezza di 6 m ma quali siano le ragioni della caduta al momento non è ancora e chiaro. Di certo, diversamente da come dichiarato dalla donna in un primo momento nell’appartamento in cui si è verificato il dramma si trovavano solamente lei ed un uomo che, stando alle indiscrezioni, sarebbe il compagno. Nessuna indizio, invece, porterebbe alla conferma della presenza di un terza persona che, a dire della vittima, sarebbe stata coinvolta in un litigio precedente la caduta. Ai soccorritori che per prima l’hanno raggiunta all’interno di un cavedio tra due palazzine nella quale era rimasta imprigionata dopo il volo di 6 metri aveva raccontato di essere stata spinta dopo un litigio con due uomini. Ma, come detto, non vi sarebbe prova di una terza persona oltre alla donna e al suo compagno che al momento dell’arrivo dei carabinieri stava dormendo pesantemente, con molta probabilità sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ed alcolici. Gli stessi trovati nel sangue della trentaseienne che tra i pochi ricordi riemersi finora avrebbe raccontato di aver trascorso la serata precedente al dramma in tre diversi locali del bassanese, prima di arrivare nell'abitazione di via Villaraspa. Da qui però i ricordi risultano confusi e le ipotesi, dunque, restano tutte aperte. Poco probabile un tentativo di gesto estremo restano aperte le piste della caduta accidentale o di un litigio finito male. Anche le risposte date ai carabinieri dal compagno della donna, sentito in caserma già all'alba di domenica non avrebbero consentito di fare chiarezza su un episodio per il quale al momento non ci sono comunque indagati.
SICUREZZA DEL G7, VERONA DIVISA IN TRE ZONE Da giovedì a sabato a Verona il G7 dei Parlamenti. Partita la macchina della sicurezza, la città divisa in aree blu, gialle e verdi a seconda del livello di divieti e controlli. I leader in Arena e in visita al cortile di Giulietta.
GALLERIA COMELICO, SINDACI IN ASSEMBLEA A Santo Stefano di Cadore una serata sullo stato dell’arte del cantiere per i lavori alla galleria “Comelico”. “I disagi”, spiegano gli organizzatori, “saranno ridotti rispetto alle ipotesi iniziali”.
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