20.06.2022
La terra sempre più arsa, il grande fiume senz'acqua. “Non è più navigabile” consiglia l'Agenzia interregionale per il Po. A poco serve, in molti tratti si attraversa a piedi. “Inevitabile” dichiarare lo stato di crisi le parole del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. In settimana si riunirà Governo. Già fissata per mercoledì la Conferenza Stato-Regioni. Il Veneto ha chiesto aiuto ancora ad aprile dice il Presidente Zaia, mentre l'opposizione parla di una gestione dell'emergenza improvvisata. Poco importa, non c'è ...più tempo: meno di quindici giorni per salvare i raccolti. L'acqua salata del mare che brucia le culture avanza inesorabilmente, si fa strada lungo un Po mai così vuoto. La peggiore crisi idrica degli ultimi settantanni. A Porto Tolle ed Ariano già non si irriga più.
TG Rovigo del 20.06.2022 TG Completo
FINALE DI TENNIS A GAIBA CON LA PRESIDENTE DEL SENATO A Gaiba ieri la finale del primo torneo di tennis femminile internazionale d'Italia su erba naturale. Ad assistere al match la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Gaiba, domenica pomeriggio. Arriva l'auto della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. La seconda carica dello Stato in visita nel comune polesano da nemmeno mille abitanti ma che è riuscito a farsi un nome a livello internazionale, quello di Gaibledon. L'occasione è il primo torneo di Tennis femminile internazionale su erba naturale d'Italia, il Veneto Open Internazionali Confindustria Venezia Rovigo. Qualche stretta di mano, le presentazioni e poi un grande applauso. Inizia così il tour della presidente del Senato, che questa terra la conosce bene perché anche un po' sua: è nata a Rovigo. Ma più che la terra si guarda all'erba, ai quei campi da gioco che fanno sognare Wimbledon e che hanno reso Gaiba un paradiso del Tennis.
LA LAVANDA POLESANA CONTINUA A DARE SPETTACOLO La lavanda polesana continua a dare spettacolo. Fiorisce a giugno, e colora in maniera spettacolare il Polesine. A migliaia, da ogni parte del Veneto, i turisti in visita per immortalare lo spettacolo.
CRESCE L'OCCUPAZIONE, MILLE POSTI IN PIU' IN UN MESE In un mese quasi mille posti di lavoro in più. Cresce l'occupazione in Polesine, 774 posizioni di lavoro dipendente solo a maggio. Meglio dello scorso anno, meglio del 2020, che ne contava a malapena 400. La metà. Nei primi cinque mesi del 2022 il saldo tra contratti cessati e quelli attivati in provincia è pari a 3.188 posizioni. Nel 2021 erano 318 in meno. Quasi un terzo nell'anno della pandemia quando tuttavia la provincia ha segnato ripercussioni meno pesanti rispetto al resto del Veneto. E oggi il Polesine si assesta alla media regionale, che in questa prima parte dell'anno registra 57.200 posti occupati in più. Un bilancio positivo dovuto in larga parte ai contratti a tempo determinato che sono oltre 40mila, 16mila gli indeterminati. Le assunzioni hanno visto un'impennata, aumentate anche rispetto al pre Covid, seppur di poco – il tre per cento. Buone notizie per le quote rosa: + 54%. La provincia più virtuosa Venezia: il saldo è di 26mila 400. Di poco sotto Verona con 17.900 posizioni di lavoro in più. Seguono Padova, Treviso, Vicenza e Rovigo. Ultima nella classifica regionale Belluno che risente della stagionalità turistica e fa registrare un meno 2.800.
SICCITA', VERSO LO STATO DI CRISI. ACQUA RAZIONATA La terra sempre più arsa, il grande fiume senz'acqua. “Non è più navigabile” consiglia l'Agenzia interregionale per il Po. A poco serve, in molti tratti si attraversa a piedi. “Inevitabile” dichiarare lo stato di crisi le parole del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. In settimana si riunirà Governo. Già fissata per mercoledì la Conferenza Stato-Regioni. Il Veneto ha chiesto aiuto ancora ad aprile dice il Presidente Zaia, mentre l'opposizione parla di una gestione dell'emergenza improvvisata. Poco importa, non c'è più tempo: meno di quindici giorni per salvare i raccolti. L'acqua salata del mare che brucia le culture avanza inesorabilmente, si fa strada lungo un Po mai così vuoto. La peggiore crisi idrica degli ultimi settantanni. A Porto Tolle ed Ariano già non si irriga più.
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