14.02.2022
Avrebbe giocato un ruolo fondamentale nell'omicidio del padre del suo fidanzato all'ora minorenne, Annalisa Guarnieri 27enne di Adria è stata condannata a 21 anni di reclusione.
È il 4 febbraio di un anno fa, quando in questo campo rom di Sant'Apollinare, frazione di Rovigo, avviene la tragedia: un figlio che ammazza il padre a colpi di machete. Annalisa da poco abitava in una di queste roulotte con il fidanzato 17enne. Qualche attrito con la famiglia, forse per questione di soldi. ...Quella sera secondo quanto ricostruito dal pm, Annalisa Guarnieri avrebbe incitato il fidanzato a compiere il folle gesto nonché aiutato a reperire l'arma del delitto: due machete di mezzo metro, uno l'ha usato per minacciare la madre ed i fratelli del suo ragazzo, per tenerli lontani mentre il giovane con l'altra arma si rivolgeva verso il padre Eddis Cavazza, 45enne sinto. L'uomo ha cercato inutilmente di scappare verso l'abitazione di un vicino. Colpito alla clavicola sinistra dal figlio si accasciò vicino al cancello di questa casa. Poi la fuga dei due fidanzati fermati dopo tre ore dalla polizia. Un anno dopo la sentenza del processo di primo grado. La giovane di Adria è stata condannata a 21 anni di reclusione nonché a pagare un risarcimento di 1,8 milioni di euro, pari 300 mila euro a testa per la madre ed i cinque figli della vittima. Il processo a carico dell'ex fidanzato, nel frattempo diventato maggiorenne, è tuttora in corso al Tribunale per i minori di Venezia.
TG Rovigo del 14.02.2022 TG Completo
UCCISE IL PADRE, CONDANNATA LA FIDANZATA Avrebbe giocato un ruolo fondamentale nell'omicidio del padre del suo fidanzato all'ora minorenne, Annalisa Guarnieri 27enne di Adria è stata condannata a 21 anni di reclusione. È il 4 febbraio di un anno fa, quando in questo campo rom di Sant'Apollinare, frazione di Rovigo, avviene la tragedia: un figlio che ammazza il padre a colpi di machete. Annalisa da poco abitava in una di queste roulotte con il fidanzato 17enne. Qualche attrito con la famiglia, forse per questione di soldi. Quella sera secondo quanto ricostruito dal pm, Annalisa Guarnieri avrebbe incitato il fidanzato a compiere il folle gesto nonché aiutato a reperire l'arma del delitto: due machete di mezzo metro, uno l'ha usato per minacciare la madre ed i fratelli del suo ragazzo, per tenerli lontani mentre il giovane con l'altra arma si rivolgeva verso il padre Eddis Cavazza, 45enne sinto. L'uomo ha cercato inutilmente di scappare verso l'abitazione di un vicino. Colpito alla clavicola sinistra dal figlio si accasciò vicino al cancello di questa casa. Poi la fuga dei due fidanzati fermati dopo tre ore dalla polizia. Un anno dopo la sentenza del processo di primo grado. La giovane di Adria è stata condannata a 21 anni di reclusione nonché a pagare un risarcimento di 1,8 milioni di euro, pari 300 mila euro a testa per la madre ed i cinque figli della vittima. Il processo a carico dell'ex fidanzato, nel frattempo diventato maggiorenne, è tuttora in corso al Tribunale per i minori di Venezia.
MULTA E NIENTE LAVORO, A CASA 4.300 POLESANI OVER 50 SENZA SUPER GREEN PASS 4.300 polesani over 50 senza super green pass. Da domani martedì 15 febbraio per loro scatta il divieto di entrare nei luoghi di lavoro. Sanzioni fino a 1500 euro. Le maggiori criticità nelle piccole aziende e nel settore del trasporto pubblico. Secondo i dati diffusi dall'azienda sanitaria, sono 6.236 i polesani over 50 no vax. Di questi però 1.894 hanno contratto il Covid negli ultimi 90 giorni e dunque sono momentaneamente in regola con il QR code da guarigione. Rimangono 4.342 polesani che da domani rischiano l'esclusione dal lavoro. Una nuova limitazione che si inserisce in un percorso già avviato verso il ritorno alla normalità con la data chiave del 31 marzo che sancirà la fine dello stato di emergenza in vigore da oltre due anni.
LA STANGATA IN BOLLETTA, CIFRE CHOC PER LE IMPRESE Caro energia. Bollette alle stelle per famiglie e imprese. Ristoratori e piccoli commercianti in ginocchio. Attesa per il Consiglio dei Ministri. Sul tavolo un intervento di ampia portata come annunciato dal premier Draghi, un pacchetto che potrebbe arrivare ai sette miliardi di euro. Aiuti per famiglie e imprese che vanno ad aggiungersi ai 5,5 miliardi già stanziati per il primo trimestre dell'anno ma considerati insufficienti. La Cgia di Mestre ha stimato un rincaro di 9 miliardi per il Veneto: 2,5 miliardi per le famiglie, 6,4 per le imprese. Il caro energia rischia di far saltare i piani di sviluppo di un'azienda su quattro a livello nazionale con serie ripercussioni a livello occupazionale, solo per il Veneto a rischio 35mila lavoratori. La soluzione che sta preparando il governo permetterebbe alle imprese energivore e quelle in difficoltà di accedere ad un maxi sconto con tariffe fisse e controllate: 3 miliardi di metri cubi ad un massimo di 20 euro per megawattora, ben lontano dal prezzo di mercato che si attesta sugli 80. Per i sostegni alle famiglie, il Governo sta studiando come allargare la platea di quanti hanno diritto allo sconto alzando il tetto isee dei beneficiari.
ROVIGO – SCUOLA, SEMPRE MENO ISCRITTI. PRIME A RISHIO 7.142 banchi vuoti in più nelle scuole del Veneto. Si fanno sempre meno figli e questo si riflette nelle iscrizioni ai primi anni della scuola dell'obbligo. Nelle classi prime delle elementari a settembre ci saranno 3.295 bambini in meno rispetto all'anno in corso, alle prime delle medie mancheranno 3.202 ragazzi. Numeri che confermano il trend negativo degli ultimi dieci anni, ma se nel 2021 c'erano cinquemila iscritti in meno, quest'anno si supera i settemila. La situazione peggiore a Rovigo, alla primaria iscritti in calo del 12,6%. Guardando ai numeri è invece Verona quella di maggior impatto: -819 bambini rispetto all'anno scorso. Seguono Treviso -725 e Padova -567. Il rischio è che aumentando il numero di banchi vuoti si decidano di cancellare scuole e presidi. A Mestre in tre scuole a rischio le prime elementari.
S. MARTINO DI VENEZZE (RO) – UN PONTE LUNGO UN SECOLO Un ponte lungo un secolo. Cento anni fa l'inaugurazione del Ponte sull'Adige tra Anguillara Veneta e San Martino di Venezze. Un'infrastruttura che unì due comuni, due province. Oggi il taglio del nastro simbolico, a metà del ponte. Da una parte la comunità di Rovigo, dall'altra quella di Padova. Cento anni fa, subito dopo il conflitto bellico, diede impulso alla ripartenza. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ma il senso della giornata è rimasto lo stesso. Ancora oggi servono infrastrutture in grado di reggere alla competitività europea per rilanciare le eccellenze locali.
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