TG Veneto News
2a Edizione
del 22.01.2025
TG Completo
RAPINA IN VILLA A CAVALLINO, ARRESTATO EX DELLA MALA Aveva tentato una rapina in una villa a Cavallino Treporti poco meno di un anno fa, fermato Radames Major. Il 71enne trevigiano, volto di spicco della malavita veneta e affiliato all'ex mala del Brenta. Il tutto è avvenuto a febbraio dello scorso anno. Major insieme ad altri due banditi, erano entrati col volto coperto dal passamontagna all'interno della villa sul litorale veneziano, pistole in mano. Quello che vedete è Maurizio. L'uomo aveva provato a difendere i genitori, ferito alla testa con il calcio di una pistola. Queste le sue parole raccolte un anno fa, subito dopo il fatto. Anche il figlio Alberto aveva affrontato faccia a faccia i rapinatori. Durante lo scontro, una pallottola lo aveva colpito appena sotto il ginocchio, davanti agli occhi increduli di mamma e papà. Da quel momento partita l'attività investigativa per andare a caccia dei responsabili. Tempo fa arrestato e fermato Sandro Levak, 56 anni, cittadino della comunità sinti e residente a Maserada sul Piave, considerato l'autista del commando. Il prossimo 3 febbraio atteso il processo. I militari non hanno desistito e sono continuati ad andare a caccia degli altri due. Dopo mesi di pedinamenti e di monitoraggio delle immagini di videosorveglianza si arriva all'arresto di Radames Major e all'escuzione della custodia in carcere. Proprio lui, autore negli anni ottanta di vari sequestri di persona. Già 24 anni di carcere scontati in passato e ora in cella a Treviso. Con Felice Maniero e la mala del brenta, l'egiziano, così veniva chiamato, aveva messo a segno diversi rapimenti, tentando pure di sequestrare Luciano Benetton. Ora si apre un nuovo capitolo giudiziario per il 71enne. L'ennesimo di una lunga serie.
“TANTE SCIMMIE IN CAMPO”, BABY CALCIATORE SOSPESO Frasi razziste sul web dopo una gara di calcio Juniores a Padova. Calciatore sospeso dalla società. Indagini da parte della digos. Sentiamo il racconto di Matteo Matarrelli
ALLARME PER LE OSSA NEL FIUME, A COGOLLO ARRIVANO I SOMMOZZATORI Ossa all’interno del gretto del fiume Astico. E’ partito da qui l’allarme che ha portato a Cogollo del Cengio carabinieri, vigili del fuoco e sommozzatori di Venezia per il recupero dei resti, segnalati proprio ai militari della compagnia di Schio nel pomeriggio di martedì. Dalla prima mattinata di oggi, l’area di Ponte Pilo, zona che collega Piovene Rocchette a Cogollo ed area del ritrovamento, è stata chiusa al traffico proprio per consentire le operazioni di recupero, durate alcune ore. L’obiettivo era quello di appurare che i resti appartenessero a un animale, e che non si trattasse di resti umani, ipotesi che non si poteva escludere senza le necessarie verifiche. Una precauzione questa assolutamente necessaria, soprattutto in considerazione della zona del ritrovamento, poco a più a nord dei boschi dove per mesi si sono cercati i resti di Ana Maria Henao, l’ereditiera di 40 anni, scomparsa da Madrid lo scorso febbraio, con le ricerche ad agosto proprio nei boschi di Cogollo, ricerche poi riprese alla fine di novembre e ancora senza esito. Un giallo internazionale, che tra le ipotesi vede anche quella che a uccidere l’ereditiera sia stato l’ex marito, ora in carcere a Miami con l’accusa di sequestro di persona, che potrebbe proprio essere passato nei boschi di Cogollo per abbandonare i resti dell’ereditiera. Un caso che resta aperto, con le indagini ancora in corso. Dagli accertamenti effettuati oggi dagli inquirenti, pare certo che i resti trovati nell’Astico appartengano a un animale di grossa taglia. La zona non è nuova a macabri ritrovamenti. In ordine di tempo il più recente è quello avvenuto nel marzo dello scorso anno, quando sotto il ponte di Sant’Agata, a poca distanza da Ponte Pilo erano stati ritrovati i resti di un pensionato scomparso anni prima, ed era sempre marzo nel 2021 quando un pescatore aveva ritrovato il cadavere di una donna scomparsa da Thiene mesi prima.
ARTE E SCIENZA IL NUOVO LEGAME TURISTICO Arte e Scienza legate in un file rouge da nord a sud di Padova, dove è sbocciata l’una e l’altra tra affreschi giotteschi e teatri anatomici e dunque perché non collegarli anche fisicamente e visivamente in una stretta collaborazione Università e Comune. L’asse è quello della linea del tram che dalla stazione giardini Eremitani, riviera Ponti Romani, riviera Tito Livio arrivando al Santo, 4 fermate 850 metri. E poi una grafica chiara godibile alle pensiline del mezzo di traporto pubblico con riferimento alla simbologia Unesco, nella città Urbs Picta
MALATI DI SMOG. ARRIVANO I FARMACI BIO L'inquinamento e lo smog si diffondono in tutto il Veneto. La pessima qualità dell'aria che respiriamo ogni giorno sta facendo aumentare le malattie respiratorie. In azienda ospedaliera a Padova, il 10% delle dimissioni per malattie all'apparato respiratorio. Nel 2024 6mila dimessi, 2500 per insufficienza respiratoria e poco più di tremila per polmonite. Il 15% dei pazienti arriva da fuori Regione. Fondamentale il lavoro dell'azienda ospedaliera, con 72 professionisti impegnati a curare soggetti affetti da asma e altre patologie. Nell'ultimo anno erogate quasi 17mila prestazioni per esterni e oltre 7mila per interni. Anche grazie a farmaci innovativi. Sempre più le persone che soffrono di malattie respiratorie. Come tanti coloro alle prese con allergie. Fino al 40% della popolazione italiana, secondo l'Istituto Superiore della Sanità, soprattutto durante la stagione primaverile condizionata dai pollini. Nel 2050 a livello mondiale, uno su due si troverà di fronte ad allergie di ogni tipo. Inquinamento e fattori climatici come il cambio di stagione non fanno altro che enfatizzare i sintomi e colpire occhi, naso, polmoni e anche la pelle. L'unità operativa di Allergologia dell'Azienda Ospedaliera di Padova in appena un anno ha quadruplicato prestazioni, visite e controlli.Allergie e malattie respiratorie sempre più frequenti e che in qualche modo si possono prevenire a partire dai nostri comportamenti quotidiani.
NON CI SONO PIU' VONGOLE, PIANO DA 10 MILIONI CONTRO IL GRANCHIO BLU Lotta al granchio blu, varato dai ministeri Agricoltura e ambiente un piano per combattere l’avanzata del temibile crostaceo alieno che sta sterminando le vongole nostrane in Alto Adriatico: Veneto ed Emilia Romagna. Un investimento da 10 milioni e sei misure in due anni puntando a limitarne la massiccia proliferazione. Femmine di granchio blu che si stima depositino dalle 700mila agli oltre 2 milioni di uova una volta se non addirittura due volte l’anno. Un danno per milioni di euro. Difesa della biodiversità, incentivazione alla progettazione, realizzazione di nuovi attrezzi per la cattura e lo smaltimento di circa 2.600 tonnellate nei due anni, smaltimento delle biomasse. Critica Fedagripesca, sull’ipotesi d’indennizzo di un euro al chilo e di 50 centesimi al chilo per lo smaltimento. E coldiretti propone l’uso di un predatore autoctono, come il branzino, contro le specie aliene. Ma il piano non guarda solo alla difesa dal granchio blu ma anche investimenti volti ad impedire un aggravio dei danni all’economia del settore ittico e incentivi alla ripresa delle imprese di pesca ed acquacoltura. Investitori che arriverebbero dal mondo asiatico e con i quali i consorzi di pesca sarebbero già in contatto. Piano che adesso dovrà essere approvato per partire in vista della primavera quando, dopo la pausa invernale il granchio blu inizierà a proliferare. Se funzionerà si pensa già ad un suo allargamento in altre zone dove la specie aliena è arrivata.
“CONTRO I DAZI DI TRUMP ATTRARRE LE GRANDI IMPRESE” La lezione americana per l'impresa veneta che sta soffrendo: più 55 per cento di cassa integrazione in sei mesi, le esportazioni in Germania che crollano dell'otto per cento. E ora l'incubo di una guerra dei dazi. "Trump ha fatto bene" dice il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro al punto stampa di fine mandato. E contro i duzi di Trump la ricetta è richiamare in Veneto grandi aziende tecnologiche, le big tech. "Intel sarebbe stata la risposta, ci aveva fatto sognare" ricorda l'operazione Carraro, poi non andata un porto. Grandi multinazionali che alimentano le piccole medie imprese, colonna portante della nostra regione, senza dover uscire dai confini. Il periodo più difficile quello del Covid, poi le guerre dell'Ucraina al Medio Oriente, le bollette alle stelle. Caro energia che torna a far tremare le aziende. "Favorevole al nucleare, ma ci vorranno 15, 30 anni". E allora ancora una volta arriva l'elogio al tycoon: "Trump ha riaperto i pozzi off shore, invece la regione Veneto ha chiuso le estrazioni di gas nel mar Adriatico".Unica delusione perché il Veneto in tanti anni non ha saputo esprimere un presidente nazionale a Confindustria. "Sarebbe un orgoglio per i nostri imprenditori". L'elezione del successore Veneto all'inizio della prossima settimana.
PARTONO LE ZONE ROSSE: A VENEZIA CARNEVALE BLINDATO Sarà un carnevale blindato quello 2025 di Venezia dedicato a Casanova. Istituite del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto Darco Pellos tre super zone rosse off limits, precluse a soggetti pericolosi. Si tratta di Piazzale Roma, le stazioni ferroviarie di Mestre e Santa Lucia a Venezia, le tre porte d’accesso via terra al capoluogo lagunare. Aree dove soggetti con precedenti penali o che mettono a rischio la sicurezza non potranno accedere e dove se necessario si potrà applicare rapidamente una sorta di daspo urbano. Si parte già dal 14 febbraio inizio del carnevale al 4 marzo sua conclusione. Forze dell’ordine già operative, forti dell’esperienza fatta l’anno scorso con i molti eventi che si sono succeduti, e che a seguito di verifiche hanno portato all’ordine di allontanamento di un migliaio di persone. Pronta anche la Polizia Municipale lagunare spiega il comandante Marco Agostini ricordando che da cinque anni si sono create delle zonizzazioni della città che vengono attenzionate. Festeggiamenti, iniziative che attirano centinaia di migliaia di persone e con loro purtroppo anche borseggiatori, piaga della città e per tanto monitorate saranno anche tutte le calli a ridosso di Piazza San Marco dove la pressione sarà più intensa e poi agli imbarcaderi. Se Venezia licenzia le zone rosse a Padova l’atteso Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica che doveva trattare lo spinoso tema ha visto un cambio repentino dell’ordine del giorno. L’Incontro iniziato alle 9.30 ha visto sindaco di Padova e assessore lasciare l’incontro poco dopo mezz’ora, poche e stringate le parole rinviando al Prefetto. Nessuno fibrillazione durante l’incontro giurano da Palazzo Moroni anche se, fuori microfono ammettono che si aspettavano di discuterne avere ragguagli o decisione mentre dalla prefettura bocche cucite. Nulla al momento è dato sapere: se sono state individuate e quali sono le eventuali zone rosse in città anche se la più probabile è l’area della stazione ferroviaria, via Tommaseo con le cucine popolari fino a via valeri ma questo è un altro racconto e bisognerà attendere il prossimo Comitato.
QUATTRO DASPO AL GIORNO A VENEZIA, "DA NOI LE ZONE ROSSE CI SONO GIA'" Record di Daspo a Venezia. Quasi quattro al giorno nel 2024: quando ne sono stati emessi 1.300, praticamente il doppio rispetto a solo due anni prima. Un terzo di tutti quelli che vengono applicati in tutta Italia vengono emessi proprio a Venezia. “Di fatto da noi le zone rosse ci sono già”, commenta il comandante della Polizia Locale Agostini al bilancio annuale. E in effetti le zone rosse a Venezia esistono da sette anni, individuate da regolamento comunale e non si limitano alle stazioni e piazzale Roma ma praticamente comprendono tutta la città. Borseggi, spaccate, droga, sbandati. L'anno intenso della Polizia Locale. 157 i borseggiatori colti in flagranza, censite anche tutte le siringhe abbandonate in strada: 3.500, trovate 10 ogni giorno. 1.310 sanzioni a bar e ristoranti, 1.152 alle strutture ricettive. Raddoppiate le ordinanze del questore: 1.196 tra alto impatto, controlli al ghetto e agli eventi. Mentre si attende il via libera alla sperimentazione del barcavelox si fanno i conti con due autovelox sequestrati che hanno fatto calare le sanzioni per violazioni del codice della strada a 182 mila. E in tema prevenzione l appello ai cittadini per integrare le telecamere della smart control room con la videosorveglianza dei privati, una sorta di mappa per avere occhi in ogni angolo della città.
NUOVO RECORD PER LA SONDA SPAZIALE MADE IN VENETO Nuovo record per lo strumento italiano diretto sulla Luna partito da Cape Canaveral il 15 gennaio. LuGre, il ricevitore progettato e realizzato da Qascom a Bassano del Grappa, ha tracciato 5 satelliti distanti 331mila chilometri. Lo strumento che riceve i segnali con la tecnologia chiamata Gnss ha stabilito così un nuovo limite della distanza Terra-Luna da cui ottenere il posizionamento satellitare. In particolare ha acquisito il segnale, in due frequenze, di tre satelliti americani Gps e di due satelliti europei Galileo, alla distanza di 331mila chilometri, pari a circa 53 raggi terrestri e molto vicina a quella dell'orbita lunare, che è di circa 59 raggi terrestri. Il Lander Blue Ghost era stato portato in orbita da un razzo dell’azienda Space x. All’interno c’era Lugre il ricevitore di segnale progettato e costruito a Bassano. Dal 2021 ci hanno lavorato 20 ingegneri di Qascom per circa 80 mila ore di lavoro. L'obiettivo sarà quello di testare la ricezione di segnali Gnss sulla Luna, con invio dei dati a Terra. Ma il suo lavoro è iniziato molto prima dell’allunaggio. Il 17 gennaio scorso lo strumento aveva segnato il suo primo record, ricevendo segnali alla distanza di 200mila chilometri, mai raggiunta fino ad allora. Blue Ghost trascorrerà 25 giorni in orbita terrestre prima di effettuare l’accensione del motore che lo porterà sulla Luna. La missione congiunta di Agenzia Spaziale Italiana e Nasa continua a ottenere risultati senza precedenti, confermando la fattibilità di utilizzo di costellazioni Gnss terrestri per la navigazione ad una distanza prossima a quella lunare. Secondo l’agenzia spaziale italiana i dati raccolti suggeriscono che LuGre sarà in grado di operare con successo anche in orbita lunare, garantendo la disponibilità di dati di posizionamento accurati e affidabili.
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