UN DEGRADO SENZA FINE, SEIMILA CONTROLLI IN STAZIONE A PADOVA
aree “calde” della città da parte degli uomini della questura di Padova. Numeri che fanno della stazione ferroviaria e l’area circostante dal cavalcavia Borgomagno porta del quartiere Arcella a piazzale Boschetti ex stazione delle corriere, ma anche via Tommaseo con le cucine popolari l’area più controllata. Un universo eterogeneo fatto di sbandati, spacciatori, senzatetto. Chi dorme all’aperto, tra le rastrelliere delle bicilette, tra le rovine delle palazzine anni ’20 dell’ex Boschetti più volte fatti evacuare ma sempre ritornati. Nel piazzale ...si bonifica e si chiudono gli accesi aperti come fossero delle lattine. Poco più in la c’è chi spaccia senza sosta. E’ come cercare di svuotare il mare con un secchio e anche l’assessore al sociale di Padova Margherita Colonello ammette. Stazione che diventa emblema di degrado e proprio perché luogo di transito diventa ideale per scambi, smerci, arrivi e quella di Padova non fa eccezione, la parola d’ordine per l’amministrazione è riqualificazione. Una lotta impari per le amministrazioni che a suon di blitz e controlli alla fine spostano il fenomeno da un luogo all’altro della città piuttosto che da una città all’altra. E così crescono i numeri: seimila persone controllate di cui 600 sono immigrati e si lotta con i mezzi della giustizia a disposizione: 232 espulsioni, 25 quelli accompagnati alla frontiera, 116 nei centri di permanenza. A questi si aggiungono i fogli di via obbligatori, le denunce per spaccio, gli allontanamenti dall’Italia. Illegalità che si mescola al sociale. In tutto questo, attacca l’assessore Colonnello serve che il governo punti i fari sulla rotta balcanica e dia più risorse al sociale
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